Ygritte Fairbairn

Wildling › Rose Leslie. @GOT RPG

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    The Fourteenth of the Hill.
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    »Ygritte Fairbairn


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    ›Nome: Ygritte, simile ed accostabile al nome risalente all'antico germanico Ingrid, Ingríðr , col significato di "ing è splendente". Ing, identificato come un antenato della divinità Freyr, il "lord", originariamente chiamato Yngvi, era protettore della fertilità, del sole e della pioggia, sposato con il gigante-femmina di ghiaccio Gerd.
    ›cognome: Fairbairn, col significato di bella bambina. Si ritiene che Ygritte sia stata particolarmente fortunata poiché nata con i capelli rossi, baciata dal fuoco.
    ›data e luogo di nascita: 3 Gennaio, in un villaggio del Popolo Libero di circa cento abitanti, semi-nomadi, sulle sponde del Fiumelatte. Ygritte ha 20 anni, benché, data la minuta costituzione, potrebbe dimostrarne anche un po' meno.
    ›stato sociale: Moglie di Lancia. Ygritte è una guerriera del Popolo Libero. Tanto quanto i suoi compagni uomini, ella è un'abile combattente. E' considerata appartenente al popolo dei Bruti da tutti coloro che provengono da Sud. Nel Popolo Libero non vi sono specifiche divisioni di ceto sociale ed i capi vengono eletti da tutti. Per questo Ygritte non appartiene ad una casta specifica od un'estrazione sociale particolare. Certo è ch'ella non sia una lady come quelle del Sud.
    ›allineamento:
    CITAZIONE
    Caotico Buono (CB): il Ribelle, segue solo la propria coscienza benevola, senza preoccuparsi di ciò che si aspettano gli altri da lui, anche se ciò comporta l'infrangere una o più leggi che a lui sembrano ingiuste. Segue la vita del fuorilegge, ma riesce comunque ad essere gentile e ben disposto. Odia quando qualcuno intimorisce o vuole imporre le proprie regole agli altri. È un anarchico votato al bene, il Robin Hood del gioco.

    ›status sentimentale:
    « I'm not anybody's ».
    Ygritte decisamente non appartiene a nessuno se non a sé stessa. E' indipendente e libera, rapportandosi con i suoi compagni in modo equo e paritario, essendo abile in battaglia tanto quanto loro. Non cerca d'impegnarsi, al momento; non ne nutre il minimo interesse.
    Non essendo una Lady, con catene e vincoli imposti, difatti, non necessita di legarsi a qualcuno per strategia o per consolidare la forza d'un vessillo.
    ›orientamento sessuale: Eterosessuale. Essendo considerata particolarmente bella specialmente a causa dei capelli rossi che le incorniciano il viso, Ygritte ha spesso notato d'essere stata desiderata da più individui del sesso opposto. Nonostante ciò ella riesce comunque a destreggiarsi ed evitarli qualora non sia interessata.
    ›prestavolto: Rose Leslie.


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    ›segni particolari e curiosità:
    ❖ Ygritte è eccezionalmente brava a cacciare e spesso è proprio lei ad occuparsi di acchiappare prede insieme a Tormund, famoso membro del Popolo Libero che ha scelto di proteggerla.
    ❖ E' capitato, delle volte, che si sia posta personalmente contro esponenti non da poco del clan dei Thenn. Ha piantato una freccia nel piede di uno di loro che per poco non le costò un braccio. Ora quell'uomo è morto.
    ❖ Non ama i tuoni ed i fulmini, la intimoriscono.
    ❖ Conosce gli astri grazie a Tormund. Hanno dei nomi diversi da come le chiamano gli uomini del Sud.
    ❖ Adora cantare le antiche canzoni con Tormund. Di tanto in tanto canticchia nonostante ritenga che, per certe melodie, sia necessaria una voce maschile più profonda della propria.
    ❖ Non ha mai scalato la Barriera ed il suo sogno è vedere ciò che si cela dietro di essa.
    ❖ Possiede alcune cicatrici ad ornarle il corpo, fra cui una sul fianco destro, inferta da una spada dei Guardiani della Notte ed una sulla coscia sinistra, poco più corta, dal contorno frastagliato ed irregolare. Non riesce a ricordare, però, come se la sia procurata.
    ›ama&odia: L'amore più grande di Ygritte è certamente volto alla propria libertà. La propria condizione di Donna Libera la rende fieramente priva di catene o vincoli d'ogni genere. Può esplorare, muoversi, cacciare, combattere come ogni altro uomo. Questa è una condizione che non abbandonerebbe per niente al mondo. Ama li Nord, la propria terra così come la causa per cui combatte. Conosce a menadito i luoghi in cui potersi nascondere, riparare, in cui poter intrappolare od uccidere.
    Odia i Guardiani della Notte, coloro che le hanno portato via i propri genitori e che continuano a mietere vittime oltre la Barriera, con l'assurda pretesa che le terre a Sud siano di loro proprietà e dei loro re, ai quali si inginocchiano senza esitazioni.
    Ygritte ha una freccia per ognuno di loro.
    ›abilità: Ygritte è un'ottima tiratrice con l'arco.
    Ha una mira eccellente e molto precisa, dovuta anche alla postura perfetta nonostante lei non abbia mai preso lezioni da un vero maestro d'armi. Possiede una vista acutissima e ciò le permette, assieme alla corporatura minuta, di divenire un'arma davvero pericolosa.
    Si destreggia piuttosto bene anche con altri tipi di armi, lame perlopiù.
    ›armi: Arco e frecce di cui si cura personalmente della manutenzione. Affila le punte, taglia l'impennaggio, lo pareggia, ne prova l'incocco quando non è in combattimento. Tormund afferma d'averla vista scoccare una freccia ad oltre duecento iarde di distanza nell'occhio d'un coniglio ma questo, Ygritte, neppure lo ricorda con certezza.
    ›famiglia: Tormund è l'unica persona che possa considerarsi più vicino possibile al concetto di famiglia per la ragazza. La prese con sé quando i suoi genitori furono uccisi dai Guardiani della Notte, proteggendola quando era ancora una bambina. Da quel momento è sempre stata particolarmente legata a quell'omone dalla folta barba che tanto spesso le aveva rimandato alla mente l'immagine rudemente affettuosa d'un grande orso bruno.

    ›fisico: Ygritte è una giovane donna di minuta costituzione, statura nella media e lineamenti sottili, mani affusolate e piccole, perfette per maneggiare frecce ed incoccarle al proprio arco. Ha un bel viso ovale, in cui sono incastonati un paio d'occhi d'un grigio-azzurro tempestoso, a rimandare l'inverno in cui è stata costantemente abituata a vivere. Dal taglio ampio, i grandi occhi posseggono uno sguardo decisamente acuto e fiero, a rispecchiare l'indipendenza totale della giovane donna libera. Nonostante delle volte siano lievemente arrossate a causa del freddo, le gote di Ygritte tanto quanto gran parte del suo corpo dalla carnagione chiarissima sono spruzzate di lentiggini, la peluria fulva a divenire d'un magnifico rosso sul capo. Possiede una chioma particolarmente caratteristica, difatti, fortunata, dicono. Non ha mai tenuto i capelli troppo lunghi ma neppure esageratamente corti. Al momento le sfiorano la parte più alta della schiena, superando di poco le spalle, chiave sotto cui si snoda un fisico magro, asciutto ma tonico, figlio di lunghe camminate per le terre oltre la Barriera, allenamenti e combattimenti contro clan o Guardiani della Notte.
    Possiede una parlata decisamente caratteristica, dall'accento chiuso e caldo, tipico del Nord e che difficilmente ella riuscirebbe a cambiare, intento a sgusciare fuori dalle labbra sottili a proteggere una dentatura bianca ma non perfetta. Possiede curve non eccessivamente pronunciate sia all'altezza dei seni che a quella dei fianchi, proporzionati al fisico.
    Ella non ha mai badato eccezionalmente al proprio aspetto, per quanto sia davvero ritenuta bellissima dai suoi compagni, non riuscendo a nutrire neppure un minimo di vanità, presa da ben altre questioni.

    ›carattere: una reale forza della natura si agita nell'animo di questa giovane donna dai capelli color del fuoco. Indipendenza, fierezza, tenacia ed orgoglio sono parte integrante della personalità di Ygritte tanto quanto la libertà che caratterizza il suo spirito.
    Riesce a rapportarsi senza problemi sia con le donne, sia con gli uomini che, ovviamente, non teme e che ha persino ucciso più volte. In quanto Donna Libera ha compreso il potere e l'arte del combattimento -delle volte anche per far valere la propria opinione- nel mondo, delle volte, sin troppo scevro dalle regole quale sa essere quello oltre la Barriera. In sostanza, il suo carattere è molto semplice, segnato da una importante e profonda chiarezza nei comportamenti, ed ad una vena decisamente dispettosa che, in certi casi, l'ha persino messa nei guai.
    Il suo modo di rapportarsi verso il prossimo può apparire selvaggio e ciò non la disturba. Nasconde, difatti, una genuinità molto differente dalla cortese pudicizia che caratterizzerebbe una qualsiasi lady. Lei conosce i rischi in cui spesso si imbatte ma, nonostante ciò, prova comunque a perseguire il proprio obbiettivo.
    Non può dire d'essere un'esperta d'amore, in quanto abbia provato questo sentimento non più che un paio di volte in tutta la propria esistenza. Sicuramente, però, è pronta a prendersi cura di chi incontrerà il suo cuore, seppur a modo proprio. Ha un'anima guerresca, in grado di tener testa anche ai più tenaci e, solitamente, non è una fanciulla che ama perdere tempo, diretta e schietta come pochissime altre sanno essere.




    L
    a Rosa d'Inverno.

    «... Sul letto vuoto c'è la pallida rosa blu che Bael ha lasciato sul cuscino dove riposava la sua testa.»
    La voce di Val era silenziosa ma piena di teatrale sentimento, gli occhi di Ygritte fissi ad osservare le fiamme danzanti nei pressi della loro capanna, poco lontano dal Fiumelatte.
    Nevicava moltissimo, quella notte, e tutto ciò che si riusciva ad udire era l'ululato del vento e la voce di sua madre, dai folti capelli ricci e ramati, librarsi a sovrastare quel frastuono.
    «Uccise la vergine?» Domandò Ygritte ancora bambina, con il viso identico a quello di suo padre Giallarhorn, le labbra sottili, gli occhi grandi ma appena distanziati fra loro, denti bianchissimi ma non perfettamente dritti. Si era portata le ginocchia al petto, dondolando appena sulle pelli di lepre e cervo mentre aveva ascoltato tutta la leggenda di uno degli antichi Re oltre la Barriera.
    «Domattina te lo racconterò» La rassicurò Val, coprendola con altre pelli e pellicce a contrastare il freddo, prima che la bambina si portasse su un fianco e si addormentasse poco distante dai propri genitori.
    Il Popolo Libero non sempre possedeva una dimora e gran parte dei clan che lo formavano erano semi-nomadi. Il clan della piccola avrebbe dovuto spostarsi poco tempo dopo, lottando contro la gelida morsa dei territori a Nord della Barriera, seguendo il corso del Fiumelatte verso sud ovest, per giungere al Pugno dei Primi Uomini.
    Si misero in marcia quando il tempo era ancora clemente, alle primissime luci dell'alba.
    A svegliare Ygritte fu l'andamento tutt'altro che leggero di Tormund, un omone dalla folta barba rossa, come i suoi capelli, circa a metà del gruppo di Uomini Liberi che si erano mossi per raggiungere il luogo designato. La reggeva saldamente fra le braccia quando lei scattò alla ricerca dei propri genitori.
    «So camminare, Tomund! Mettimi giù!» Si divincolò lei, issandosi contro il corpo di quell'uomo di poco più giovane di suo padre, possente tanto quanto lui, piantandogli una mano fra i capelli per sormontare quella spalla contro cui era stretta.
    Sua madre era con loro, stavano scappando. Per questo Tormund l'aveva presa in braccio, altrimenti suo padre non gliel'avrebbe permesso.
    Correvano fra le montagne, sua madre aveva l'ascia sfoderata e lo sguardo attento come quello d'un falco.
    «Sono Pantere-ombra?»Domandò la bambina, stretta fra le braccia di Tormund senza però cedere a voler evitare di guardare, nonostante alcuni degli uomini con loro avevano subito gravi ferite, tagli, alcuni si erano accasciati sulla neve, macchiandola di sangue denso e scarlatto.
    Uno aveva perso un braccio.
    «No, Ygritte, Corvi» Mormorò Tormund prima di ruggire agli altri di correre verso le zone più impervie possibili, ricche di voragini nascoste dentro cui i corvi sarebbero precipitati.
    Quello che seguì fu molto confuso nella mente di Ygritte.
    Vide sua madre colpito da una freccia, uomini vestiti tutti di nero, completamente, raggiungerli velocemente.
    « Val!» gridò Tormund, voltandosi il tempo necessario per vedere la madre della piccola cadere. Lei spalancò gli occhi ma non emise un grido, non pianse, tutto ciò che ricorda era la donna sulla neve, una seconda freccia, fatale, a raggiungerla.
    Sangue.
    Incubi.

    ***


    Passarono anni da quella mattina ed Ygritte crebbe come alcuna lady avrebbe mai potuto vivere. Aveva affrontato inverni lunghi in condizioni quasi invivibili, imparando ad adattarsi al clima ed agli ambienti circostanti. Aveva imparato a cacciare, divenendo una delle più brave Mogli di Lancia nel Clan che, pian piano, si separò. Quello dove Tormund viveva divenne poi quello a cui anche Ygritte appartenne.
    Baciata dal fuoco, uccise il suo primo uomo a quattordici anni.
    Non ricorda più nemmeno il nome, Doryn, Dorian, qualcosa di simile. Erano stati uccisi tre Corvi, quella mattina e, una volta calata la notte, l'ultimo prigioniero rimasto fra loro aveva scelto di non parlare.
    Al gruppo si erano aggiunti dei Thenn, clan più selvaggio di quello a cui Ygritte era stata abituata a vivere. Uno di loro, senza un orecchio e con profonde cicatrici sulla parte destra del viso aveva ricominciato ad interrogare il Corvo. Era vestito in pelli e pellicce grigie e marrone-scuro, soffici ma rese quasi spaventose dalla mole che presentava, tanto massiccia da far temere, per un attimo, ad Ygritte, che se quello avesse provato a rubarla per rafforzare il proprio clan, ucciderlo a propria volta sarebbe stato difficile -o, perlomeno, provare a scappare-.
    Aveva affrontato di peggio e quel ragazzone non l'avrebbe spaventata.
    «Ci sono altri dei tuoi, Corvo?» Domandò, con disprezzo, il grande ragazzo Thenn. Poteva avere diciannove, vent'anni. Aveva capelli neri cortissimi ed aveva una voce bassa e roca, minacciosa al solo primo ascolto.
    Il Corvo negò, Ygritte, intenta ad affilare le punte delle proprie frecce, si fermò quando l'ascia del Thenn, più pesante di lei, tagliò di netto la gamba dell'uomo vestito di nero.
    Un grido squarciò la notte e la neve si imbrattò di porpora. La giovane donna libera si portò una mano alla propria gamba, come se avesse quasi potuto percepire il dolore dell'uomo, restando comunque impassibile ed in silenzio.
    Quell'uomo sarebbe morto lentamente e non avrebbe detto niente a nessuno. Quel Thenn lo stava torturando solo perché si divertiva e -a quanto aveva sentito dire- avrebbe potuto mangiare persino la sua carne.
    Quello, lei, l'avrebbe sempre ripudiato.
    «Tanto non ti dice niente, Mial» Disse la giovane Donna Libera, sollevando lo sguardo verso l'imponente ragazzo che torreggiava sul Corvo che ancora gemeva dal dolore, stringendo con violenta forza la coscia da cui ancora sgorgava sangue. Si voltò come un cacciatore verso una preda, fulminandola con lo sguardo.
    «Che cosa ne sai?» Domandò, avvicinandosi a lei. Tutti gli altri, Tormund compreso, volsero lo sguardo verso di loro, ammutolendosi. Ygritte si alzò in uno scatto fulmineo, con l'arco ed una delle frecce precedentemente limate già incoccata.
    «Sono la prima che li vuole morti ma è inutile. Lo puoi tagliare anche in mille pezzi, non ti dice niente» Proseguì la ragazza baciata dal fuoco, Mial con l'ascia sguainata ed insanguinata pronto a colpire nuovamente.
    Si abbassò come una scure sull'altra gamba del Guardiano della Notte, mozzandola di netto. Non riuscì ad emettere suoni poiché la freccia che Ygritte aveva incoccato gli trapassò il cuore prima che potesse soffiare via anche solo un suono.
    Rantolò, tossì sangue e morì in pochi secondi.
    «Se grida, non sarà l'unico Corvo che arriverà» Aggiunse, gelida, Ygritte, mentre Tormund la guardò con fierezza, tornando ad arrostire la carne che neppure due ore prima ella aveva cacciato per loro.
    Mial la osservò per lungo tempo e lasciò cadere l'ascia sulla neve, rumore sordo che inquietò la ragazza, che gli arrivava al petto ed era distante da lui non più che pochi passi. Sollevò il viso per guardarlo senza fargli notare alcun barlume di timore od inquietudine. Sollevò il capo ramato verso il cielo.
    Il Ladro splendeva, quella notte.
    Momento propizio per rubare una donna, momento che sicuramente sarebbe stato sfruttato da quel capo eletto dai Thenn che avrebbe sottratto la ragazza per fortificare il proprio Clan.

    Ygritte fu l'ultima ad addormentarsi, quella notte, e la primissima ad essere svegliata. Mial la bloccava per le braccia, avendo allontanato in precedenza l'arco per evitare che la ragazza, ribellandosi, avesse potuto colpirlo con quello.
    «Lasciami! Mial, lasciami!» si dimenò la ragazza, appena sollevata da terra. Si era stupita di come avesse fatto a non accorgersi del fatto di essere stata presa in braccio da lui, bloccata fra il suo petto e la stretta morsa delle sue braccia. Il Thenn non era solo: tre dei suoi che si erano definitivamente allontanati dal clan di Tormund.
    Mial doveva averle fatto perdere conoscenza in precedenza e, con la forza che aveva, sarebbe stato molto semplice.
    Forutuna volle che Ygritte conoscesse quei luoghi che aveva percorso, a ritroso, per arrivare sino al Pugno dei Primi Uomini, a lambire persino la Foresta Stregata non molti giorni prima. Tornare a Nord con i Thenn non sarebbe mai stata la sua vita. Lei avrebbe voluto, con tutta se stessa, scalare la Barriera e vedere cosa ci fosse oltre quella.
    Non appena si riprese, con un mal di testa in grado di far quasi girare la terra sotto di sé, si voltò verso Mial, furente.
    «Lasciami andare!» Lo minacciò lei, cercando calciare una delle sue gambe.
    Lui scosse la testa, lasciandola cadere sulla neve, intimando agli altri di andarsene e lasciarlo solo.
    Ygritte cercò di mettere a fuoco ciò che stava accadendo, ben conscia di cosa lui, a quel punto, ben riparato da rocce e ghiaccio, sarebbe stato capace di fare.
    «Sarai mia, Ygritte» Disse il ragazzo, categorico, mentre lei scivolò più indietro, finendo con la schiena contro una delle rocce. La luna ancora ben alta nel cielo, in una notte densa tanto quanto l'impazienza del Thenn a volerla fare sua una volta per tutte.
    Stese una delle pellicce che aveva attorno al busto sul terreno, mentre la ragazza si alzò, affatto in equilibrio, cominciando a muoversi per allontanarsi da lui più in fretta possibile.
    Stordita dal colpo, però, non riuscì a fare più di una manciata di passi prima di cadere in ginocchio sulla neve.
    «Per i sette inferi» Imprecò a denti stretti, passandosi una mano fra i capelli rossi, quasi bronzei sotto le luci argentee della luna.
    Lui la prese e la trascinò con facilità impressionante sotto le pelli che aveva predisposto.
    Avrebbe dovuto scappare prima che commettesse l'irreparabile. Non avrebbe voluto perdere la verginità, Ygritte, con un uomo come quello, che uccideva indiscriminatamente anche i suoi e mangiava carne di Corvo.
    Proprio non lo voleva.
    Anche sua madre era stata rubata, tempo addietro, ma suo padre l'aveva rispettata, l'aveva conosciuta prima di portarla al proprio clan. Val aveva scelto e gli avrebbe tagliato la gola, se si fosse comportato male, con lei.
    Per questo Ygritte pensò che avrebbe dovuto fare la stessa, identica cosa sua madre sarebbe stata pronta a fare.
    Cercò di farsi strada fra le sue pesanti vesti, strati e strati di pelli e pellicce per stare al caldo, sovrastandola col suo corpo muscoloso e decisamente massiccio. Nessun uomo l'aveva mai vista e Mial fu il primo.
    Così come lei non ne aveva mai visto uno.
    Aveva freddissimo, Ygritte, e per quanto cercasse di dibattersi lui era più forte e già pronto a farla sua. La bloccò e si avvicinò a lei ancora di più, come se lo spazio in quella distesa infinita di ghiaccio e rocce fosse sempre più limitato.
    Ygritte guardò il cielo e decise. Riusciva a sentire i suoi respiri, più netti e rapidi, il suo calore indesiderato, la sua presenza eccitata ma sbagliata.
    «Sei davvero fortunata, Baciata dal Fuoco» Affermò lui all'orecchio della ragazza che non riuscì a tollerare oltre. Smise così di dibattersi, riempiendo il petto in un respiro. Il fatto che lui l'avesse vista nuda, così come lei lui, non la rese meno caparbia od insicura.
    L'unico desiderio di Ygritte era quello di tornare da Tormund e, per questo, si sollevò leggermente e baciò Mial, come a fargli intendere, con il cuore, che oramai era sua, che si era arresa a lui. Due cuori uniti in uno solo, due anime e due corpi fusi.
    Lui parve apprezzare il gesto, per quanto fosse stato il primo che lei avesse mai dato ad un ragazzo, ed infilò una mano fra i capelli della giovane Moglie di Lancia, ricambiando quel bacio con brama e desiderio fuori dal comune.
    Fu allora che una breccia di speranza si aprì nel cuore di lei che con l'intenzione di accarezzare la lunga schiena scolpita del Thenn protese una mano verso le proprie vesti, dove aveva l'unica arma che lui non aveva trovato.
    «Sono una Moglie di Lancia, scelgo io con chi stare» Gli soffiò delicatamente sulle labbra sino a portarle a sfiorargli l'orecchio.
    Mial, desideroso e quasi estatico, quasi neppure si accorse del pugnale che gli trapassò il cuore, infilzandolo senza che emettesse altro se non un gemito, fraintendibile dagli altri in un puro suono di piacere.
    Ygritte si rivestì come un fulmine, abbandonando quel corpo fra le pellicce, colpita da ciò che aveva fatto tanto quando da ciò che aveva rischiato.
    Sentiva il proprio cuore battere forte nel petto, i capelli scompigliati più del solito, l'odore di quell'uomo ancora addosso.
    Si appoggiò ad una parete liscia di una delle grandi pietre e si guardò le mani, imbrattate dal sangue di Mial. Riprese il pugnale e si rimise in piedi, stavolta più lentamente.
    Trovata la stabilità necessaria la ragazza rubò una pelliccia da quelle del Thenn e se la portò attorno alle spalle, un po' per ripararsi dal freddo pungente di quella sera, un po' come proprio personale trofeo di indipendenza e forza quasi superiore a quella di un uomo come quello.
    Quando riuscì a tornare da Tormund e dal proprio clan fu acclamata come una delle più forti Mogli di Lancia, stretta in un abbraccio che -per quanto non l'avrebbe mai ammesso- la fece sentire davvero a casa.
    «I prossimi che provano a rubarmi dovranno vedersela con me» Si premurò di dire per prima cosa dopo che Tormund l'ebbe preparato un giaciglio come si doveva, una tenda tutta per sé, ponendo persino un uomo libero a fare da guardia -nonostante le proteste di lei- qualora quei compagni di Mial avessero avuto la spiacevole idea di tornare per lei.
    A conclusione della giornata Ygritte prese un ceppo ardente e si avvicinò al Corvo che aveva ucciso, bruciandolo prima di rintanarsi nella propria tenda, accucciandosi sotto le pellicce come avrebbe quietamente fatto da bambina, in attesa di ascoltare la fine di un racconto di sua madre o la risposta a qualche domanda rimasta a mezz'aria.

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